perché il semplice saperlo è un seme; se il terreno è pronto una verità che lo incontra vi si annida e inizia a germogliare

Nel nome del Signore, Dio d’Israel, sia Michael alla mia destra, Gabriel alla mia sinistra, dinanzi a me Uriel, dietro a me Raphael.

E sopra la mia testa la divina presenza di Dio. (preghiera ebraica)

giovedì 3 novembre 2011

Sehaliah, angelo 45, dei nati dal 3 al 7 novembre

Sehaliah, o Sa’aliyah, è il 45esimo Soffio e il quinto raggio angelico nel Coro solare degli Angeli Virtù, nel quale amministra le energie del Sole. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 10°al 15° dello Scorpione ed è l'Angelo Custode dei nati dal 3 al 7 novembre. I sei Angeli Custodi dello Scorpione sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone complesse, tenaci e determinate, dotate di forte sessualità e fascino, e di uno spirito libero che non si lascia dominare. 
Il nome di Sehaliah significa “Dio motore di tutte le cose"
Il dono dispensato da Sehaliah è la PROMOZIONE.
Seahaliah amministra le energie del Sole nel Coro solare delle Virtù: è dunque un angelo pienamente solare, che dona energia, vitalità, salute e lunga vita a tutti i suoi protetti, proprio come il sole le dispensa sulla terra. Tramite il suo intervento la persona malata potrà guarire, quella nata in una famiglia povera potrà arricchirsi, quelli che sono emarginati, degradati, umiliati, potranno essere elevati, ciò che è sterile potrà diventare fecondo. Bisogna  pregare quest’Angelo perché ci sostenga e ci faccia partecipi di una Forza per cui il Testo Tradizionale ha definito questo Custode "Motore dell’Universo". Con il suo aiuto i suoi protetti potranno volgere al Bene i loro impulsi; i loro progetti potranno concretizzarsi e a loro volta potranno risvegliare negli altri entusiasmi sopiti. Secondo Haziel Sehaliah trasforma le persone in viventi espressioni della forza morale, ovvero in pilastri atti a sorreggere l’Opera Divina. Egli è l’Angelo che infonde in noi la Saggezza, affinché la nostra Coscienza esprima il Bene, la rettitudine. La Volontà della persona esprimerà la Bontà e l’Amore; ovunque sarà presente ed operante, le eventuali difficoltà saranno facilmente superate. La persona in questione sarà l’incarnazione stessa delle speranze di ogni specie, colui che annuncia le migliorie, i progressi, i mutamenti positivi. Il soggetto sarà attore importante di un’opera umana; sarà testa visibile delle Virtù ( o dei difetti, se viene “preso” dal corrispondente Angelo dell’Abisso del suo tempo). In lui spiccheranno i valori della Società, e forse aspirerà a esserne interprete, in qualità di attore, recitando in film o in testi teatrali che osino mettere il dito nelle piaghe sociali.
Sappiamo che secondo la Kabbalah tre versetti dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere), celano il codice dei 72 Nomi di Dio; e precisamente i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14. Riguardo alle origini delle lettere nel trigramma-radice di questo Nome, la lettera Sameq (serpente) proviene da: "Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro" (Esodo, 14, 19).  La Aleph (testa di toro) viene dal versetto (Esodo, 14, 20): "venendosi a trovare fra l'accampamento degli Egiziani e quello di Israele"; mentre la Lamed (pungolo del bue) proviene da (Esodo 14, 21): "e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò il mare con forte vento da Oriente". Il rebus formato da queste 3 lettere dà l'immagine della prosperità e suggerisce che questo angelo aiuti a superare le prove e sia d'aiuto per ottenere ricchezza attraverso l'onestà (interpretazione Muller/Baudat).
Sehaliah secondo Sibaldi
Sibaldi vede, nella radice samekh-aleph-lamed del Nome, il concetto: Io tutelo tutto ciò che cresce. E prende come esempio di Sehaliah l'attrice Vivien Leigh (che era nata il 5 novembre), e soprattutto il suo personaggio di "Via col vento"; perché da un punto di vista angelico sia Vivien sia Scarlet (Rossella) erano perfette Sa’aliyah: un repertorio completo dei pregi e delle ombre di quest’Angelo delle Virtù. Impersonandola, la grande attrice inglese provò probabilmente emozioni straordinarie, quel senso di armonia, di forza, di pienezza di significato che si avverte quando si è totalmente se stessi, e che ha impresso per sempre il suo volto nell’immaginario dell’umanità. Come Scarlet O’Hara, i Sa’aliyah sono nati per proteggere e nutrire il maggior numero possibile di esseri viventi: una grande fattoria, con allevamento e piantagioni, è veramente il loro ideale. Più fanno per gli altri, e meglio stanno; sono egoisti e imperiosi quel tanto che occorre (e a volte si ha l’impressione che sia tantissimo) per irrobustire la loro fiducia in se stessi, per reggere alle responsabilità di cui il destino sembra averli caricati, ma di cui in realtà sono andati in cerca loro stessi, perché così esigeva la loro vocazione di nutritori. Hanno inoltre un’inesauribile Energia Yod: e chi non ricorda la scena dello sconfinato lazzaretto di Atlanta, con Scarlet che lo attraversa sgomenta, prima di correre ad assistere Melanie che partoriva? Lì entrambe le vie dell’Energia Yod si trovarono d’un tratto a coincidere: quella medica, in Scarlet, e quella della recitazione, in Vivien. Sincronicità hollywoodiana. Connaturata ai Sa’aliyah è anche l’avversione per gli arroganti, molto evidente nel modo in cui Scarlet trattava il suo innamorato, il tronfio avventuriero Rhett Butler; e poi ancora: la versatilità, la capacità di apprendere rapidamente qualsiasi cosa da cui si possa trarre un vantaggio pratico; la seduttiva disinvoltura nei rapporti con gli altri, specie per quel che riguarda il chiedere aiuto quando occorre; la tendenza a creare dipendenze, grazie anche a un indiscutibile fascino naturale; la sostanziale indifferenza per i valori morali dei più; e l’abilità sia nello smascherare le bugie altrui, sia nel far passare le proprie bugie per vere, quando non vi sia altro mezzo per tutelare il benessere loro e di chi a loro si è affidato; e infine il dono di riuscire non soltanto a reggere alle avversità, e a superarle, ma anche di trasformarle, lucidamente, in occasioni di più profonda scoperta del proprio animo. Nella Georgia dell’Ottocento, certo, la vocazione al contempo latifondistica e imprenditoriale, che è tipica dei Sa’aliyah, poteva trovare applicazione più facilmente di quanto non avvenga oggi nelle nostre città. E in un appartamento, infatti, una Scarlet dei giorni nostri non può non sentirsi frustrata e deperire: non servono a nulla i malinconici tentativi di trasformare, poniamo, il terrazzo in una tenuta miniaturizzata, moltiplicandovi i vasi di fiori; o che si procuri più d’un gatto e d’un cane a cui badare; e una famiglia, per quanto numerosa, non basterà a farla sentire utile come vorrebbe. I Sa’aliyah devono per forza pensare in grande. Se l’agricoltura è loro preclusa, si trovino o magari si inventino un’impresa da gestire, meglio se in qualche settore legato all’alimentazione: andrà bene di certo. Oppure si occupino di beneficenza, e diverranno dei leader in quel campo; o tentino una carriera politica: daranno prova, anche lì, di brillanti capacità organizzative – per quanto sia alto il rischio, in questo caso, che il loro immoralismo e l’ansia per il benessere della loro famiglia prendano troppo il sopravvento (come avvenne al Sa’aliyah Giovanni Leone, costretto a dimettersi da presidente della repubblica, per scandali finanziari). Quanto alla professione medica, la loro Energia Yod vi si troverebbe perfettamente a proprio agio: ma in un ospedale assai più che in un ambulatorio e, attenzione, in mansioni di infermiere più che di dottore – per l’antipatia che suscita in loro chi si dà delle arie, e per il loro irresistibile bisogno di darsi da fare tra molta gente bisognosa di cure e di simpatia umana. I Sa’aliyah più intellettuali possono conseguire notevoli risultati nella ricerca scientifica – in economia, biologia e farmacologia soprattutto – ma anche lì il successo dipenderà dalla misura in cui potranno manifestare, accanto alle loro doti di scienziati, anche la loro aspirazione a proteggere, aiutare, nutrire chi lavora con loro. Marie Curie, per esempio, nata il 7, due volte premio Nobel, fu doppiamente fedele al suo Angelo: si dedicò allo studio di un fenomeno prettamente saliano, la radioattività (la proprietà, cioè, che hanno certe sostanza di emettere spontaneamente energia), ed ebbe accanto il marito, scienziato anche lui, di cui si prese sempre amorevolmente cura. Da sconsigliare ai Sa’aliyah è, invece, la letteratura: la solitudine, il nevrotico bisogno di silenzio non possono soddisfare la loro generosa brama d’azione e di contatti umani; lo dimostrò la perenne, profonda inquietudine del Sa’aliyah Albert Camus, con quell’espressione da prigioniero, che assunse quando divenne soltanto uno scrittore, e con la sua morte tanto precoce, che parve una fuga. Cupo, infatti, sarà il destino di quei Sa’aliyah che non hanno modo di sfruttare il loro potenziale: potranno vedere scappare uno dopo l’altro i loro partner, soffocati e spaventati addirittura dalle attenzioni con cui li sommergono; oppure si lasceranno sfruttare da parassiti che hanno individuato in loro a colpo sicuro, galline dalle uova d’oro; o semplicemente si dispereranno nella vita ordinaria, arrivando a distruggere chi e ciò che hanno, pur di avere poi qualcuno da aiutare a risollevarsi, qualcosa da ricostruire.  
Qualità di Sehaliah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Sehaliah sono volontà, resistenza, lena, umiltà, modestia, amore della verità; capacità di confondere i malvagi e gli orgogliosi, successo nelle attività agricole e nella gestione delle acque e delle foreste. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Nominon e rappresenta la vanità e l'orgoglio; ispira tirannia, megalomania, dittatura, eccentricità, atti che causano calamità. Provoca gli sconvolgimenti atmosferici che danneggiano la natura.
Meditazione associata al Nome: il potere della prosperità
La meditazione associata a Sehaliah si chiama "il potere della prosperità". Secondo la kabbalah, ritenersi se stessi i soli artefici dei propri successi è un errore che discende solo dall'ignoranza e conferisce potere all'ego a discapito del proprio Sè profondo. I successi materiali conseguiti egoisticamente, per opera dell'Ego, comportano sempre di dover pagare un caro prezzo in ricadute negative che apparentemente non hanno niente a che fare con le manovre che ci hanno condotto a conseguire i nostri scopi; eppure è proprio da lì che sono scaturite. La vera prosperità è un fatto globale, che non attiene solo alla sfera materiale, e si ottiene attraverso la ricerca cosciente di un equilibrio fra la nostra sfera materiale e quella spirituale. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: riconosco che la Luce del Creatore è la vera fonte di ogni prosperità e benessere. Ora raccolgo le energie di prosperità e sostentamento e chiedo la forza di tenere sotto controllo il mio ego ogni volta che mi si presenteranno nuove prove
Esortazione angelica
Sehaliah esorta a guardare con assoluta fiducia alle forze del Bene, anche quando tutto sembra travolto e irrimediabilmente distrutto; invita a effondere intorno a sè prosperità, ricostruzione e soccorso, promettendo che ogni atto di sostentamento rivolto al mondo tornerà a irradiare il suo bene anche su di noi.
Giorni e orari di Sehaliah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Sehaliah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 21 febbraio, 5 maggio, 19 luglio, 1 ottobre, 12 dicembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.14.40 alle 15.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Sehaliah è il 18° versetto del Salmo 93: Si dicebam: «Motus est pes meus», misericordia tua, Domine, sustentabat me (Quando dicevo: «Il mio piede vacilla», la tua grazia, Signore, mi sosteneva).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi (i quali però si leggono in senso inverso rispetto alle lettere ebraiche). Questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice samekh-aleph-lamed risponde alla configurazione: "il Diavolo - il Mago -l'Appeso", da cui la riflessione interiore suggerita dalle domande rivolte da questi arcani: chiede il Diavolo (forze dell'inconscio, passione, creatività) a chi sono legato? qual è la mia tentazione? qual è la mia capacità creativa? quali sono i miei valori negativi, quali pulsioni ho a disposizione? chiede il Mago (l'inizio e la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come posso canalizzare la mia energia? chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrificare? che cosa devo dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infine al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano influenze ai nati fra il 4 e il 7 novembre. L'angelo Sehaliah appartiene al Coro degli Angeli Virtù guidato dall'Arcangelo Raffaele. Il segno dello Scorpione, così come la decade che qui interessa (3-12 novembre), sono entrambe sotto il severo Arcangelo Camael. Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode Sehaliah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fianco. Infine bisogna ricordare che una specifica influenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita. 
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giovanni Panunzio, imprenditore, e Mimmo Beneventano, consigliere comunale.

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